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I percorsi contemporanei di "razionalizzazione" delle più sofisticate tecniche del dominio strumentale moltiplicano fughe sostitutive - crescentemente vane della Paura: paura della propria "fine", della morte come somma e simbolo di tutti i limiti costitutivi e deformati della persona e della società; dunque paura di morbi, catastrofi, fame, guerre, schiavitù come maschere della radicale Paura: dell'Assoluto, del Bene, della Vita, dell'Amore, dell'Eterno. Nessuna forma di cultura può sottrarsi all'alternativa fra il crescere sulle proprie oggettive radici metafisiche e il morire defraudandosi di ogni significato e autenticità di vita e immortalità e perciò riducendosi ai propri fantasmi e incubi.